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"Non potevamo andare più di la in quanto vi era la ferrovia, ed era considerata pericolosa. Al di fuori vi era una statua, quella di Eleonora. Mi ricordo anche di un pozzo, sempre in quella zona, dove si fantasticava di passaggi sotterranei"
Se quasi tutti gli edifici abbandonati hanno storie da raccontare, gli orfanotrofi sono quelli con i tasselli di storie più difficili da mettere insieme, tra ricordi e oblio, voglia di ricordare e voglia di dimenticare.
"Io dormivo in una stanza al piano di sopra con altri ragazzi ed anche la suora, che chiudeva il suo letto con delle tendine. Ricordo che con altri rimanevamo svegli per vedere le ombre della suora quando si toglieva il velo."
Chi ha passato anni della propria infanzia e giovinezza in orfanotrofi oggi abbandonati, oggi, rivedendo quelle stanze buie, con polvere e ragnatele, affronta i passaggi sotterranei della sua memoria, rievocando ricordi non sempre piacevoli di quella "sanguinosa infanzia" dove il gioco si alternava a notizie ieri incomprensibili ma dolorose, oggi comprensibili ma non per forza meno dolorose.
"Il ricordo più bello era quando sentivi il fischio del treno [...] Ma lì ho avuto anche il ricordo più amaro, quando mi comunicarono che mio padre era morto in ospedale a Cagliari. Non capivo ma piansi tanto."
Questi sono alcuni brani di una breve testimonianza che ci ha riportato una persona, oggi adulta, che ha vissuto nell'ex orfanotrofio-convento Villa Eleonora - una delle ville più belle della Sardegna e in passato casa di Vandalino Casu - quando aveva 7-8 anni.
Villa Eleonora

Villa Eleonora, ex orfanotrofio, ma nell’Ottocento era una delle più belle ville della Sardegna.
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Infanzia e Patria. Nome che quasi fa paura: era quello dell'orfanotrofio di Iglesias, quello dove venivano ospitati, istruiti e avviati al lavoro gli orfani dei minatori e dei militari della zona mineraria. Era gestito dalle suore e a Iglesias circolano da sempre voci di abusi: voci che però sembrerebbero solo voci, come abbiamo spiegato nella storia pubblicata nel febbraio del 2016.
Oggi l'orfanotrofio, abbandonato ormai da oltre 30 anni, è diventato uno sfogatoio per i giovani del posto e i suoi muri danno spazio a deliri adolescenziali e giochi trasgressivi che, proprio in un luogo così, assumono un significato particolare, come la scritta che dà il benvenuto ai visitatori: "ORFANOTROIO".
Molte anche le scritte dedicate ai "bambini morti", un curioso e paradossale rovesciamento, dato che nell'orfanotrofio, per definizione, ci sono bambini vivi con i genitori morti, e non il contrario.
Ex Orfanotrofio di Iglesias

La complessa storia dell'ex orfanotrofio "Infanzia e Patria" di Iglesias, fondato nel 1923 e abbandonato nel 1984, oggi ospita un orto, scritte sui muri e molti cani.
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Puzzle. Letti accastati e tracce di cera sui comodini, qualche bambola, palloni, giocattoli e una statua decapitata. Oggi si presenta così l'orfanotrofio di Lu Bagnu. E se prima parlavamo di tasselli di memoria, qui abbiamo trovato centinaia di tessere di puzzle sparse sul pavimento - tessere che nessuno oggi ricomporrà più.
Orfanotrofio Sacro Cuore, Lu Bagnu

Un orfanotrofio in riva al mare, dove la sabbia e il maestrale hanno sepolto storie e ricordi
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Concludiamo questo numero di VETRO dedicato agli orfani, aggiornandovi sul nostro progetto APOCALISSE RESORT, il nuovo cortometraggio di Sardegna Abbandonata in collaborazione con Cordatesa, terzo capitolo della trilogia iniziata con Adiosu (di cui, in qualche modo, costutiuisce un seguito - o un sequel, se preferite).
Il 20 luglio inizieremo le riprese e vi ricordiamo che, ancora una volta, il film è autoprodotto e finanziato dai sostenitori del nostro sito. C'è ancora tempo tutto luglio per sostenerlo anche con piccole e piccolissime donazioni. Trovate tutte le informazioni in questa pagina: https://www.sardegnaabbandonata.it/apocalisse-resort-film/
Vi terremo aggiornati sugli sviluppi e nel frattempo vi auguriamo una buona estate. Ciao!
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E siccome siamo poco socievoli ma molto sociali, vi ricordiamo che potete seguire Sardegna Abbandonata anche su:
E ovviamente sul nostro sito: https://www.sardegnaabbandonata.it
Alla prossima!
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