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Estate. Tempo di vacanze, almeno per alcuni. Probabilmente anche voi andrete da qualche parte, vi sposterete dagli edifici dove di solito passate il tempo (casa, posto di lavoro, supermercato, macchina) per entrare in altri edifici, magari in un albergo.
L'albergo, secondo il dizionario, è l'edificio attrezzato per alloggiare persone a pagamento. Per estensione è anche il luogo dove stanno abitualmente gli animali, soprattutto uccelli, ma anche formiche, come ad esempio scrive Leopardi ne "La Ginestra"
"...d'un popol di formiche i dolci alberghi, cavati in molle gleba con gran lavoro"
riferendosi a un formicaio. E in effetti, quando i dolci alberghi umani sono abbandonati, diventano dolci alberghi per gli animali, ospitando molteplici categorie tassonomiche. Ma facciamo un passo indietro.
Negli anni '50 la Sardegna scopre il turismo.
Siamo nel periodo precedente all'invenzione della Costa Smeralda, quando viene costituito l'Ente Sardo Industrie Turistiche, che forma l'acronimo ESIT (curiosamente simile a EXIT). E' un'isola un po' diversa da quella che conosciamo oggi. Solo qualche anno prima c'era la malaria.

L'idea era quella di trovare un'uscita, cioè scrollarsi di dosso quel passato-presente di povertà e malattia e aprirsi al nuovo flusso di Turisti, questa figura mitologica che nei decenni successivi i sardi conosceranno sempre meglio.
Vengono costruiti diversi alberghi, ma non tutti in località marine. Anzi, i primi puntano a un turismo montano: località di villeggiatura in luoghi isolati dove respirare la famosa "aria buona" in un'isola esotica ancora abbastanza economica per i forestieri villeggianti.
Questi alberghi oggi sono quasi tutti abbandonati.
Il turismo è diventato altro, quello dei residence e villaggi turistici costieri o quello degli agriturismi tipici con paesaggi tipici e cibi tipici per fare esperienze tipiche. Gli hotel ESIT sono diventanti dolci alberghi per capre, insetti, formiche, funghi, muffe, e soprattutto volatili.

Noi in questi anni abbiamo visitato e raccontato i seguenti alberghi Esit:
E molte altre strutture turistiche definitivamente abbandonate. In effetti, in questi anni, ci siamo accorti che parlare di abbandono in Sardegna significava inevitabilmente parlare di turismo.
Così scrivevamo in un testo pubblicato sulla rivista The Towner (anch'essa oggi abbandonata):
"Il turismo, dicono i dati, è in costante aumento, ma ci sono strutture turistiche abbandonate da oltre 30 anni che ci ricordano che per ogni discoteca aperta ce n’è una chiusa, per ogni albergo in overbooking ce ne sono dieci abbandonati e dimenticati, e per ogni piscina piena di bambini che si divertono e coppie di giovani che si gustano un mojito ce ne sono cento colme di acqua stagnante e animali in putrefazione"
Il titolo del testo era "Apocalisse Resort".
Così come la sigla ESIT ci rimanda, per assonanza, all'EXIT, all'uscita, la parola "Resort" ci fa pensare alla ri-uscita, infatti viene dal francese re-sortir, ri-uscire, uscire fuori (...fuori da cosa? Dalla propria casa, dalla propria città, dalla vita quotidiana: trovare un posto altrove dove rifugiarsi e riposarsi).

Questo preambolo per dirvi che questo titolo, "Apocalisse Resort", ci ha ispirato il nostro nuovo progetto con immagini in movimento.
Un cortometraggio.
Lo gireremo in estate e, sebbene sia nato da suggestioni estetiche più che da ragionamenti sull'attualità, sui dati e le tendenze del turismo regionale, possiamo dire che dentro ci sono senza dubbio i temi del turismo, della vacanza, dell'estate, del sole, del tempo e... della morte (che vi dobbiamo dire? siamo fatti così).
Come per i nostri precedenti progetti video (Adiosu, Badde Suelzu), di cui Apocalisse Resort costituisce un terzo capitolo di un'immaginaria trilogia, anche questo è un progetto indipendente.
Cosa vuol dire?
Che non abbiamo chiesto finanziamenti pubblici, non siamo legati a una casa di produzione e facciamo tutto da soli, grazie a un gruppo di persone felici di essere coinvolte nelle nostre follie.
La storia l'abbiamo riassunta così:
Apocalisse Resort parla di un gruppo di turisti, capitanati da una guida, in vacanza nell’isola. Una situazione apparentemente banale, ma niente è come sembra.
Sì, non vuol dire niente, ma in effetti non vogliamo dire niente di preciso. Anzi. Vogliamo rappresentare cose vaghe e sfuggenti, dai contorni sfuocati, come abbagliati dal sole.
Non è un caso se l'ispirazione principale, a parte il titolo, è stata quella sensazione di calo di pressione che ci viene quando "prendiamo il sole" (che teoricamente non si può prendere, provateci! Se non si può prendere la luna figuriamoci il sole: impossibile!). Sembra di sprofondare, di scomparire, come se da un momento all'altro il nostro corpo evaporasse lasciando solo una pallida traccia sul terreno.

Come per Adiosu e Badde Suelzu a ispirarci è la Fine e ciò che rimane di noi.
Se vi piacciono le cose che abbiamo fatto in questi anni, potete sostenere il nuovo corto anche economicamente.
I soldi ci servono per pagare la benzina alle persone che partecipano, qualche biglietto aereo, comprare da mangiare e da bere, alcuni oggetti, in sostanza per garantire la sopravvivenza materiale per qualche giorno a chi partecipa al progetto.
Come aiutarci?
Trovate le informazioni necessarie qui, nella pagina ufficiale. In passato questo metodo indipendente e "dal basso" (diciamo così) ha funzionato e siamo riusciti a fare delle cose grazie a un gruppo di illuminati sostenitori, a una serie di piccole ma preziose donazioni date sulla fiducia.
Se volete saperne di più, se avete curiosità o dubbi, se volete stabilire un contatto con noi, scriveteci anche semplicemente rispondendo a questa mail.
Per oggi è tutto. Alla prossima.
Vi ricordiamo che potete:
E ricordate che Sardegna Abbandonata si trova principalmente qui: https://www.sardegnaabbandonata.it
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