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Questa è il primo numero della nuova Newsletter di Sardegna Abbandonata.
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L’abbiamo chiamata VETRO perché ci piaceva il nome e perché ci piace il vetro. Uscirà ogni 15 giorni e non parlerà solo di posti abbandonati, ma di tutte le storie che ci interessano: tesori nascosti, meraviglie, oggetti animati e inanimati. Ad esempio oggi parliamo di pietre, plastica e balene.

La pietra ballerina non balla più. Fino a circa un secolo fa l'attrazione principale di Nuoro era una grossa pietra di granito. Nonostante il peso e le dimensioni, bastava toccarla per farla oscillare. Anzi, pare che a volte fosse sufficiente un forte vento per vederla muoversi. All'epoca, nell'Ottocento, era un'attrazione turistica molto famosa ed è stata raccontata dai viaggiatori di passaggio in Sardegna. Poi però la pietra ha smesso di ballare. Qualcuno ha provato a farla muovere con la forza, ma non è andata a finire bene.
Qui abbiamo raccontato la sua storia, incrociando molte altre storie, come quella del turismo in Sardegna, delle donne nuoresi, di Grazia Deledda, di altre pietre ballerine e di un eremita che mangiava animali in putrefazione.
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Un'altra pietra. La pietra ballerina ci ha ricordato un'altra pietra. È un piccolo masso nascosto tra le case del villaggio operaio Righi a Montevecchio. Qualcuno l'ha messo in piedi sul terreno così, in equilibrio precario, trasformandolo in un simbolo del villaggio stesso, un piccolo segno che ci ricorda la precarietà del tutto.
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Un'altra pietra ancora. La nostra pietra preferita però forse è un'altra. È un blocco di granito agganciato a una enorme gru arrugginita in una fabbrica di Siniscola. Doveva essere sollevato e probabilmente caricato su un camion per essere trasportato altrove, ma la fabbrica è stata abbandonata e il masso è rimasto lì, congelato in quell'attimo. È così da molti anni e ci piace pensare che resterà così per sempre: è di nuovo una pietra.
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Plastica. A parte il vetro e le pietre, un'altra cosa che ci piace molto e che troviamo sempre ovunque è la plastica. Ne parleremo meglio in futuro, intanto un dato interessante: metà della plastica che esiste in questo momento sul pianeta Terra è stata prodotta solo negli ultimi 13 anni.
Inoltre, secondo uno studio pubblicato su Science, la plastica sta mettendo a rischio le barriere coralline del Pacifico.
Ma anche nel Mediterraneo è un problema: secondo i ricercatori del Cnr di Torregrande (OR) la percentuale di tartarughe con residui di plastica nello stomaco è aumentata. Nel 2007 erano il 15%, ora sono 80 su 100.
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Balene abbandonate. A proposito di Mediterraneo: la storia di fine anno (scorso) che ci ha colpito di più è quella della balena abbandonata di Platamona.
Tutto inizia in novembre. La balena, di ben 17 metri e dal peso di 7 tonnellate, viene ritrovata sulla spiaggia. Da qui parte l'odissea burocratica: chi se ne deve occupare? Come si sposta una balena? Quanto costa? Vari enti si passano la patata bollente, nel frattempo inizia un pellegrinaggio di curiosi che vanno a vedere la balena e si scattono selfie mentre la carcassa è in stato di decomposizione.
Il tempo passa. Si decide di riunire in una conferenza ben 18 enti per capire cosa fare del gigantesco animale, soprannominato Moby Dick. Passano 50 giorni, arriviamo al gennaio 2018, la balena è ormai ridotta a una carcassa: il mare la spezza in due. "La conferenza che si sarebbe dovuta tenere è superata dagli eventi" dichiarerà il sindaco del comune di Sorso, dove si trova la spiaggia di Platamona.
Più che Melville, la balena di Platamona ricorda Kafka e i suoi incubi: la burocrazia come grande Leviatano (in ebraico moderno livyatan significa "balena") spiaggiato, insuperabile, mastodontico, misterioso e irremovibile. Come una pietra.
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Per chi se lo fosse perso, vi ricordiamo che è online la versione integrale di Badde Suelzu, il nostro documentario su un villaggio molto isolato e destinato all'abbandono. Dura 68 minuti.
Tutto il resto lo trovate come al solito sul nostro sito www.sardegnaabbandonata.it
Ciao e alla prossima!
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